CHI E' JERRY LEWIS?

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Nome di Nascita: Joseph Levitch
(E' anche indicato Jerome in alcuni documenti governativi.)
Data di nascita: 16 Marzo, 1926
Luogo di nascita: Newark, New Jersey
Occupazioni: Comico, filmmaker, filantropo professionista
Frase preferita: "Devi uccidermi per fermarmi."
E' famoso perchè: 50% del celeberrimo duo comico Martin & Lewis, grandi interpretazioni comiche in dozzine di films, inventore del leggendario Jerry Lewis Telethon per raccogliere fondi contro la Distrofia Muscolare.

Nato a Newark, New York, il 16 marzo 1926, il suo vero nome è Joseph Levitch. Dotato di una mimica straordinaria, di un'espressività vincente e di una grande vis comica, diverte gli spettatori da quando nel 1941, dopo essere stato cacciato dalla scuola a soli quindici anni, si butta a capofitto nello spettacolo.

Mette a punto fin dall'inizio le sue qualità e da lì a poco, si organizza ideando delle imitazioni su base musicale registrata: nasce il famoso numero chiamato Record Act. Debutta così nelle attrazioni delle sale cinematografiche della Paramount dove non resta a lungo inosservato.

La svolta avviene per caso, nel 1946. Jerry lavora al Club 500 di Atlantic City, stesso locale dove lavora un cantante, un allora sconosciuto Dean Martin, di nove anni più grande. Per uno scherzo del destino che li vuole sempre insieme, i due si ritrovano contemporaneamente sulla scena per errore. Come nei copioni dei migliori film, così dal cielo nasce una delle coppie più famose e più riuscite dello spettacolo.

Il successo spalanca le sue braccia ai due artisti, che ben presto si danno anche al cinema, dove debuttano nel 1949 in "La mia amica Irma". Una parte da protagonisti, invece, la ottengono al loro secondo ciak in "Il sergente di legno" del 1951, coprodotto dallo stesso duo.

Dean e Jerry formavano una coppia perfetta, giocata com'era sulla stridente contrapposizione tra il tipico giovanotto intraprendente, affascinante, sportivo e sicuro di sé (Martin) ed il ragazzo timido, complessato e impacciato interpretato da Lewis. Ma ogni favola deve finire!
Dopo una serie di successi in collaborazione con Martin, Lewis decide di muoversi da solo. L'ultima pellicola che la coppia gira insieme è "Hollywood o morte", del 1956, diretta da Frank Tashlin, colui che saprà meglio capire la sua comicità.

Eclettico e dotato di numerosi talenti, Lewis si dà alla musica e alla produzione discografica oltre alla tv e agli show, divenendo anche produttore e sceneggiatore cinematografico e televisivo.

Il suo primo film da solo è "Il delinquente delicato" uno strepitoso successo nonostante la mancanza del partner Martin. Tra i successi incredibili degli anni 50 ricordiamo due classici divertenti, come "Il balio asciutto" e "Il Cenerentolo".

Democratico impegnato, la superstar della Paramount comincia a prendere posizioni umanitarie. Nel 1960 arriva la sua prima, azzeccata, regia di "Ragazzo tuttofare", dove interpreta il ruolo di un maldestro fattorino d'albergo (film dedicato a Stan Laurel) e poi "L'idolo delle donne" (considerato una delle sue opere maggiori), storia di uno scapolo timidissimo rinchiuso in un pensionato femminile.
Da questo punto in poi, inanella un successo dietro l'altro, riprendendo anche il sodalizio con Tashlin in "Dove vai sono guai"e, lo stesso anno (il 1963), nell'esilarante "Le folli notti del Dottor Jerryll", riadattamento parodico del romanzo di Stevenson.

Sempre negli Anni Sessanta Lewis interpreta e dirige film che riscuotono un grande successo di critica in Europa, soprattutto in Francia dove riceve un'accoglienza osannante per "Scusi dov'è il fronte?", omaggio a Charlie Chaplin. È il 1971: per nove anni, soprattutto per motivi di salute, l'attore si allontana dalle scene. Il ritorno avviene con "Bentornato Picchiatello", del 1979, passerella di gag.
La vena drammatica emerge nella pellicola diretta nel 1983 da Martin Scorsese "Re per una notte", dove interpreta se stesso all'interno di una trama da connotati tragici, volta ad esplorare i confini fra realtà e universo dello spettacolo e del culto della personalità che quest'ultimo porta inevitabilmente con sè.
Successivamente, è il protagonista di un'altra violenta satira sulla società americana intitolata "Qua la mano picchiatello". Il suo ultimo ciak, per il momento, risale al 1995 in Funny Bones.

Jerry Lewis rappresenta di fatto un miscuglio tra la tradizione comica americana e quella ebraica, grazie soprattutto alla trasfigurazione di un personaggio canonico della tradizione yiddish, lo Schlemiel, ossia il tipico individuo perseguitato dalla sfortuna.
Alla 56a Mostra del cinema di Venezia, gli viene assegnato il Leone d'Oro alla Carriera.

 

 

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